Flea, il bassista dei Red Hot Chili Peppers, spiega la sua missione che mira a rendere migliore la vita delle famiglie a basso reddito.
La maggior parte dei programmi di formazione musicali per i bambini sono a pagamento. Un “abuso su minori”, come lo definisce Flea dei Red Hot Chili Peppers. Il bassista sostiene che ciò isoli tutti quei bambini con un sogno nel cassetto, a causa di costi che escludono inevitabilmente i figli di genitori a basso reddito.
L’iniziativa di Flea dei Red Hot Chili Peppers
Per proseguire lo studio delle arti, è necessario disporre di una grossa somma di denaro per non sprofondare nella povertà assoluta. E in un momento in cui i “sogni nel cassetto” non sono la priorità per alcune famiglie, di conseguenza ad alcuni bambini viene negata la possibilità di imparare l’arte della musica.
A battersi contro questa problematica è Flea, che nel 2021 ha fondato il Conservatorio di Musica di Silverlake. Si tratta di un’organizzazione no-profit che fornisce lezioni e strumenti musicali gratuiti ai bambini che non possono permetterseli.
L’obiettivo del bassista dei Red Hot Chili Peppers si fonda su una frase, che cita: “Ci sforziamo di affrontare la diminuzione della formazione artistica nelle scuole, fornendo arricchimento culturale a tutta la nostra comunità”.
Flea: “Una forma di abusi su minori”
Nella serie Hot Ones con Sean Evans, il bassista dei Red Hot Chili Peppers ha spiegato perché, secondo lui, tutti si meritino l’opportunità di diventare un musicista.
“Penso che bloccare i programmi per le arti e le modalità adottate dalle scuole pubbliche che rendono i corsi accessibili solo a chi può permetterselo, sia come una forma di abuso sui minori. Penso che tutti i bambini debbano avere diritto allo studio dell’arte ai livelli più alti”, chiosa Flea.
“Renderebbe la società migliore costruirebbe ponti di amore tra le diverse culture e classi economiche e porterebbe le persone a stare più unite”, continua il bassista. Poi conclude dicendo: “Mi importa di questo, è il mio obiettivo ogni giorno, la mia missione di vita. Lavorare nelle comunità a basso reddito, in tutti i tipi di posti, e voler essere di aiuto. Non c’è niente che mi renda più felice. Niente”.